La mia arte dal Gutai al presente – di Yasuo Sumi

Nel 1954 terminai le cure per la tubercolosi durate ormai 3 anni, e ripresi a lavorare come professore alla scuola media di Osaka sentendomi a disagio data la lunga assenza.
Li’ fu Shozo Shimamoto che gentilmente mi rivolse la parola. Insegnava arte mentre io ero professore di sociologia, e allora sapendo che lui disegnava quadri, gli chiesi che tipo di opere fossero. Shimamoto mi regalo` la foto di un suo lavoro che mi parve una serie irregolare di linee nere su sfondo bianco, linee che incontrandosi creavano molte X. Mi disse che da allora la pittura sarebbe stata cosi’ e che in particolare quella sua opera ricevette il primo premio alla mostra Modern Art Exhibition. Sentendo cio`, io che nutrivo gia` un interesse per l’arte, fui preso dal desiderio di disegnare. Lo confessai a Shimamoto pur facendogli intuire che non conoscevo nessuna tecnica, ma lui mi incito` a provare. Cominciai a disegnare ogni giorno spronato dalle sue parole, e ricevendo le sue lodi diventavo sempre piu’ attivo.
Un giorno per errore rovesciai la boccetta di inchiostro sulla scrivania e l’inchiostro si stese sui fogli che vi erano. Sulla scrivania fu l’abaco ad attirare per primo la mia attenzione: lo presi e cominciai a farlo scorrere sopra la macchia di inchiostro. Ne usci` un insieme di linee vigorose che secondo me l’uomo non potrebbe tracciare con la sua sola forza. Shimamoto stesso ne fu impressionato e mi consiglio` di provare con colori ad olio. Non solo, ma mi propose anche di esporre questo tipo di lavoro alla mostra di Ashiya. Dato che era solo da un mese e mezzo che disegnavo, mi parve una proposta improponibile ma siccome si offri` di accompagnarmi all’allestimento io accettai, e non solo passai il primo turno, ma ricevetti anche il primo premio.
Nella giuria si trovava il maestro Jiro Yoshihara, che Shimamoto mi presento` e il quale apprezzo` molto il fatto di realizzare opere con l’abaco. Il maestro Yoshihara mi incito` a continuare ed io che gia` ero felicissimo perche’ non sapevo che il mondo dell’arte fosse cosi’ bello, giurai a me stesso di continuare a disegnare con l’abaco per tutta la vita. In quell’anno Shimamoto e Yoshihara fondarono l’associazione artistica Gutai dove ben presto fui fatto membro, ed intanto disegnare diventava un piacere sempre piu’ grande. Usavo la bangasa (ombrellina giapponese), un vibratore artigianale, un pettine largo, e l’arte mi pareva un mondo di scoperte. Fu gia` da allora che cominciai a ritenere straordinarie la disperazione (intesa come liberazione della mente), la mancanza di serieta` (il pensare al futuro), e l’irresponsabilita` (il ritorno all’essere uomo), perche’ la creativita` nel provare a disegnare usando strumenti nuovi e` molto piu’ efficace di quello che si puo` trovare nella propria mente, dove le scoperte sono limitate.
Questo mio modo di pensare dura tuttora. Mentre disegno, la mia mente e` completamente libera e mi riempio solo di gioia. Il colore schizza qui e li’, in una condizione che comunemente viene considerata di non bellezza o disordine, ma al contrario per me e` il prodotto diretto della forza naturale.Le mie opere, recanti i tratti dell’abaco, i tagli dovuti ai sandali giapponesi, i buchi o i danni creati dando colpi di ombrello sulla carta o sulla tela, sono semplicemente le tracce testimoni della mia forza naturale.
Yasuo Sumi
Maggio 2009